Con Barbara Di Lorenzo
Quota di partecipazione: Eu 12,00 non iscritti a Flumen/Eu 15,00 non iscritti a Flumen
Biglietto di ingresso: Eu 4,00
A tutti è nota la Fontana di Trevi ma meno nota è la lunga stratificazione archeologica che si estende a pochi metri, nell’area archeologica sotterranea del Vicus Caprarius – La Città dell’Acqua.
A pochi passi da uno dei monumenti più conosciuti al mondo, a oltre nove metri di profondità rispetto all’attuale piano stradale, le indagini archeologiche condotte tra il 1999 e il 2001 nel corso dei lavori di ristrutturazione dell’ex Cinema Trevi hanno portato alla luce un complesso edilizio di età imperiale che rappresenta una notevole testimonianza del tessuto urbanistico dell’antica Roma pienamente recuperato e valorizzato nel sito archeologico che si estende per una superficie di circa 350 mq tra via di San Vincenzo e il vicolo del Puttarello.
Il termine “Città dell’Acqua”, usato correntemente per definire l’area archeologica del Vicus Caprarius, è dovuto all’elemento che senza dubbio caratterizza maggiormente la zona e il sito: l’acqua che sgorga da Fontana di Trevi, monumentale mostra barocca dell’Acquedotto Vergine è l’acqua che, filtrando attraverso le antiche murature dell’area archeologica, continua ad alimentare le tubazioni in piombo e le vasche di una lussuosa residenza. Le strutture murarie rinvenute, conservate per un elevato di circa otto metri, si riferiscono ad un’insula, un caseggiato articolato in più unità indipendenti trasformato, alla metà del IV secolo, in una domus signorile. Ma non sono solo le imponenti strutture dell’Acquedotto Vergine e degli ambienti residenziali a rendere unica la visita dell’area archeologica: nelle tre sezioni dell’antiquarium sono stati raccolti i reperti rinvenuti durante la campagna di scavo, come i preziosi rivestimenti in marmi policromi e le raffinate decorazioni, i cosiddetti spatheia, anfore africane per il trasporto dell’olio, un meraviglioso “tesoretto” costituito da oltre 800 monete.