Con Barbara Di Lorenzo
Visita guidata + noleggio sistema di amplificazione: Eu 12 iscritti a Flumen / Eu 15 non iscritti
Questa importantissima chiesa romana venne edificata su parte dei resti della caserma romana dei castra peregrina, gli alloggi delle truppe provinciali, e in corrispondenza di un tempio dedicato al dio Mitra. Nei pressi si trovava inoltre un’ampia residenza della famiglia dei Valeri (domus Valerii).
La costruzione fu probabilmente voluta da papa Leone I (440-461), sotto il quale era stata edificata anche un’altra chiesa dedicata a Santo Stefano (Santo Stefano sulla via Latina). Dalle fonti sappiamo che tuttavia la chiesa venne consacrata solo successivamente, da papa Simplicio (468-483).
L’edificio ha una rara pianta circolare, costituita in origine da tre cerchi concentrici: uno spazio centrale delimitato da una circonferenza con 22 colonne con fusti e basi di reimpiego, mentre i capitelli ionici furono appositamente eseguiti nel V secolo per la chiesa. Anche gli architravi sopra le colonne, probabilmente rilavorati da blocchi reimpiegati di diversa origine, hanno altezze leggermente diverse.
L’edificio si inserisce nella “rinascita classica” dell’architettura paleocristiana romana, che raggiunse la sua massima espressione negli anni tra il 430 e il 460 (la basilica di Santa Maria Maggiore, la basilica di Santa Sabina, il rifacimento del battistero lateranense, il mausoleo di Santa Costanza) basata sui modelli architettonici di età romana e soprattutto tardo-antica.
La planimetria riprende, fondendoli, i due modelli di edifici a pianta centrale, la pianta circolare con deambulatorio e la pianta a croce greca, utilizzate già in epoca costantiniana per gli edifici di culto e in particolare per i martyria, le memorie dei martiri. La struttura dell’edificio presenta analogie con la pianta della rotonda (Anastasis) della Basilica del Santo Sepolcro a Gerusalemme che, per il suo grande prestigio, rappresentò un modello per l’architettura occidentale fino a tutto il medioevo.