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Con Barbara Di Lorenzo

Visita guidata + sistema di amplificazione: Eu 12,00 iscritti a Flumen/Eu 15,00 non iscritti a Flumen
Biglietto di ingresso: Eu 4,00 – Gratuito per possessori MIC Card

Tra il 1926 e il 1929 i lavori di demolizione del quartiere compreso tra via del Teatro Argentina, via Florida, via S. Nicola de’ Cesarini e corso Vittorio Emanuele II per la costruzione di nuovi edifici riportarono alla luce una vasta piazza lastricata su cui sorgevano quattro templi, comunemente indicati con le prime quattro lettere dell’alfabeto in assenza di identificazione certa. L’Area Sacra di Largo Argentina è il più esteso complesso di età repubblicana rinvenuto a Roma e completamente visibile con i resti di quattro templi databili dal IV secolo al II secolo a.C.: l’edificio più antico è il Tempio C, costruito sul primitivo piano di campagna tra la fine del IV e l’inizio del III secolo a.C., dedicato probabilmente alla dea Feronia, un culto antico originario della Sabina. Il Tempio D, dell’inizio del II secolo, è il più grande dei quattro, dedicato ai Lari Permarini o alle Ninfe mentre il Tempio B è l’unico a pianta circolare, identificato con il tempio della Fortuna huiusce diei, la “Fortuna del Giorno Presente”, costruito per celebrare la vittoria dei Romani contro i Cimbri di Viterbo.

Nell’80 d.C. un furioso incendio devastò gran parte del Campo Marzio compresa l’Area Sacra che subì una netta trasformazione ad opera dell’imperatore Domiziano: le macerie furono spianate e al di sopra fu costruito il pavimento in lastre di travertino ancora visibile.

Dopo il V secolo ebbe probabilmente inizio il processo di abbandono e trasformazione degli edifici e l’area fu forse occupata da un complesso monastico. Tra l’VIII e il IX secolo d.C. vennero realizzate imponenti strutture in grandi blocchi di tufo, forse case aristocratiche. Sempre al IX secolo appartengono le prime testimonianze dell’impianto di una chiesa all’interno del tempio A che nel 1132 fu dedicata a san Nicola.

All’interno del complesso archeologico un grosso basamento di tufo che faceva parte della Curia di Pompeo, dove si svolgevano le sedute del Senato di Roma e dove alle Idi di marzo, 15 marzo del 44 a.C., fu pugnalato a morte Giulio Cesare.

I recenti lavori di restauro hanno restituito questa importante area archeologica alla città, ora visitabile senza barriere architettoniche scendendo all’altezza degli antichi edifici sacri.

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