Mille anni prima di diventare il mare nostrum dei Romani il Mediterraneo è già quello che è ancora oggi: un bacino interno, vasto ma non immenso, che più che separare unisce tre continenti. Al centro, l’Italia. Con il lungo andamento trasversale e con la catena degli Appennini che la divide longitudinalmente in due, con l’orografia complessa e movimentata, con la terra magra e aspra al pari di quella greca e balcanica sui pendii e sui monti, ma grassa, feconda e ricca di acque nelle tante e per lo più limitate vallate e pianure, la penisola italiana sembra fatta apposta per ospitare tante genti diverse in tanti ambienti diversi, tanti piccoli popoli in tanti piccoli spazi. Più della Grecia è protetta dalla distanza e dalla muraglia delle Alpi contro le penetrazioni delle genti centroasiatiche. E più della Grecia l’Italia è fisicamente e culturalmente lontana dal cuore pulsante della ‘modernità’ del tempo, dall’Anatolia, la Fenicia, l’Egitto, per non parlare della Mesopotamia. Ciò nonostante, la sua natura gode già di quello che col trascorrere del tempo diventerà il principale fattore propulsivo delle genti che l’abitano: la posizione centrale, rispetto all’elemento marino costituito dal Mediterraneo e a quello terrestre della futura Europa. È qui che a partire dall’VIII secolo aC troverà straordinario sviluppo il più grande e affascinante tra i popoli italici, il popolo etrusco.
“Prima della dominazione romana la potenza etrusca si estendeva ampiamente per terra e per mare; i nomi dei due mari superiore e inferiore, da cui l’Italia è cinta a guisa di un’isola, offrono una testimonianza della loro potenza, poiché l’uno le popolazioni italiche chiamarono mare Tosco, nome comune all’intera gente, e l’altro Adriatico, dalla colonia etrusca di Adria; i Greci li chiamano pure Tirreno e Adriatico”.
(Tito Livio, Storie, V, 33 7-11)
Viaggio curato e condotto da
Marco Mancini è specialista di archeologia e storia dell’arte classica, in particolare dei temi della topografia antica e dell’epigrafia, specialmente per quanto riguarda la fase pre-romana. La sua intensa attività di divulgatore culturale nasce con Flumen oltre vent’anni fa, che svolge a Roma, in Italia e all’estero. Ha condotto molti viaggi dedicati all’impero di Alessandro e alle aree attraversate dell’antica Via della Seta, ha viaggiato lungo tutto il nord Africa e in Italia ha curato numerosi percorsi dedicati ai Popoli Italici. infinite visite guidate, cicli di lezioni e conferenze oltre a decine di viaggi dedicati alle civiltà del Mediterraneo.
È autore dei cicli di video-conferenze “Viaggio tra i Popoli Italici”, “Africa Romana. L’altra sponda dell’impero”, “Civiltà Precolombiane”, “L’Avventura di Marco Polo”, “Della Storia e della Guerra: 5 grandi battaglie della storia”, “Anatolia” disponibili all’interno della Videoteca online di Flumen
Gabriele Rossoni dal 1996 è fondatore e presidente di Associazione Culturale Flumen.
È laureato in Archeologia del Vicino Oriente Antico e dottore di ricerca in Archeologia Orientale. Ha partecipato per 12 anni agli scavi archeologici dell’antica Ebla in Siria e dal 1989 alle ricerche sull’isola di Mozia, come collaboratore della Soprintendenza di Trapani e come co-direttore di missione con l’Università La Sapienza di Roma. In oltre 30 anni di attività ha ideato e condotto centinaia di viaggi in Italia e nell’area mediterranea.
Autore dei cicli di video-conferenze “Storia di Ebla, la città ritrovata”, “Fenici. Il popolo della porpora” e “Città e Carovane. Petra, Palmira, Arabia Felix”, disponibili all’interno della Videoteca online di Flumen. Autore dei video della trilogia siriana: «La Siria di Agatha Christie», «Aureliano a Palmira» e «Il Racconto di Ebla» pubblicati nel canale YouTube di Flumen.