Con Barbara Di Lorenzo
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Questa straordinaria basilica romana è il risultato della fusione di due distinte chiese, edificate una alla fine del VI e l’altra all’inizio del XIII secolo intorno alla tomba di Lorenzo, diacono d’origine spagnola martirizzato sotto l’imperatore Valeriano e sepolto nel cimitero di Ciriaca, lungo la Via Tiburtina. La chiesa conserva anche le reliquie di Santo Stefano protomartire ed è per questo, da tempo immemorabile, uno degli edifici sacri più venerati di Roma, inserita nel ristretto numero delle cinque basiliche patriarcali, le più antiche e importanti in assoluto.
Già Costantino, nel IV secolo, aveva fatto sistemare la tomba di S. Lorenzo e edificato una grande basilica cimiteriale nei suoi pressi (=basilica maior). Alla fine del VI secolo papa Pelagio II fece costruire una nuova chiesa, a tre navate con matronei, che inglobava completamente il sepolcro (=basilica minor). Clemente III (1084-1100) edificò il chiostro ed iniziò la fortificazione del borgo (= Laurentiopolis!) sviluppatosi intorno alla basilica. Fu Onorio III Savelli (1216-1227) a conferire al complesso l’aspetto attuale erigendo una nuova chiesa che sostituì, incorporandola e trasformandola in presbiterio dopo averne invertito l’orientamento, la basilica pelagiana. Innocenzo IV (1243-1254) fece rialzare il presbiterio e commissionò la cattedra papale. Dei numerosi restauri effettuati nel corso dei secoli va ricordato quello radicale operato nel XIX secolo da Virgilio Vespignani (1855-1864), quasi completamente eliminato dai rifacimenti successivi al terribile bombardamento del quartiere San Lorenzo del 1943, che tentarono di ridare alla chiesa il suo aspetto medievale. La facciata è stata quindi completamente ricostruita dopo i bombardamenti ed è preceduta da un portico, attribuito ai marmorari Vassalletto (1220 ca.), sorretto da sei colonne di spoglio sormontate da una trabeazione con ricco fregio policromo.