Con Carla Vaudo
Costo di partecipazione (Biglietto, prenotazione gruppi, sistema di amplificazione, visita guidata): Eu 25/iscritti a Flumen – Eu 28/non iscritti a Flumen
Il percorso di questa importante mostra archeologica comincia con l’esposizione del calco di una scena scolpita sulla Colonna Traiana che ritrae arcieri Daci che tengono sotto tiro i Romani assediati all’interno di una città: il grande studioso Ranuccio Bianchi Bandinelli la fece colorare agli inizi degli anni ’70, dimostrando così l’esistenza del colore nell’architettura dell’antichità imperiale romana. Accanto sono esposti due veri capolavori: il Serpente Glykon da Tomis, una raffigurazione in marmo di un ‘demone buono’ che guarisce dalle epidemie e il magnifico elmo d’oro di Cotofeneşti di manifattura tracia decorato con varie scene di sacrificio. Tutta la mostra presenta un’ampia selezione di reperti di notevole fattura tra cui armi, vasi, ceramiche, monete, gioielli e corredi per i riti di magia, attraverso i quali emerge la religione, l’arte, l’artigianato, il commercio e la vita quotidiana di questo lontano e affascinante confine dell’Impero.
Il fascino della mostra consiste nell’intreccio e nell’influsso reciproco delle civiltà, un lungo processo di formazione e adattamento che ha portato alla creazione di un’identità culturale per un lasso di tempo che va dalla fine della prima Età del Ferro e fino agli albori della civiltà europea, in uno spazio geografico che era percepito dai contemporanei come “ultima frontiera della Romanità”, luogo dove il fondamento linguistico gettato dalla lingua latina e la cultura dei Romani sono sopravvissuti fino ai nostri giorni nell’odierna Romania.
La mostra si articola in quattro sezioni: la prima è dedicata subito alla Dacia romana e illustra la conquista del territorio all’epoca dell’imperatore Traiano; la seconda sezione racconta la formazione della cultura dacica nell’età del Ferro con l’influsso dei Traci, degli Sciti e dei Greci delle colonie sul Mar Nero; la terza sezione illustra il confronto tra civiltà urbane mediterranee e civiltà tribali e nomadi continentali e l’inserimento della Dacia nelle reti culturali ellenistiche mediterranee; la quarta sezione si concentra sull’epoca della dissoluzione dell’Impero, con le difficoltà a mantenere sicuri i confini, le mescolanze di genti e l’emergenza di popoli come gli Unni, mentre il potere di Roma si sposta a Bisanzio;