Con Barbara di Lorenzo
Quota di partecipazione + diritti di prenotazione: Eu 10,00 (Eu 14,00 non iscritti a Flumen)
Biglietto di ingresso ridotto promozione gruppi: Eu 7,00
La nuova mostra presentata alle Scuderie del Quirinale Da Caravaggio a Bernini. Capolavori del Seicento italiano nelle Collezioni Reali di Spagna, attraverso una straordinaria selezione di dipinti e sculture, riflette gli strettissimi legami politici e le strategie culturali stabilite tra la corte spagnola e gli stati italiani nel corso del XVII secolo. Ad arricchire le raccolte d’arte della dinastia asburgica contribuirono i frequenti doni diplomatici da parte dei governanti italiani, determinati a guadagnarsi il favore dei sovrani di Spagna che con i loro possedimenti – il Viceregno di Napoli e lo Stato di Milano – condizionarono dalla metà del Cinquecento l’evoluzione della complessa situazione politica italiana. È questo il caso di due tra i dipinti più spettacolari in mostra, “Lot e le figlie” di Guercino e “La conversione di Saulo” di Guido Reni, donati a Filippo IV dal principe Ludovisi allo scopo di garantire la protezione spagnola sul minuscolo Stato di Piombino.
Moltissime altre opere d’arte, tra le quali il magnifico Crocifisso del Bernini proveniente dal Monastero di San Lorenzo del Escorial, opera raramente accessibile al grande pubblico, vennero commissionate o acquistate da mandatari del re; altre ancora vennero ordinate o comprate, come nel caso del bellissimo Salomè di Caravaggio, dai rappresentanti della monarchia spagnola in Italia inviati presso la corte pontificia o a Napoli, alla morte dei quali le opere andarono ad accrescere le collezioni reali.
L’interesse per la cultura italiana da parte dei sovrani spagnoli si riflette inoltre negli inviti a lavorare a corte rivolti a maestri quali il napoletano Luca Giordano, attivo in Spagna per un decennio, ed è testimoniato dai viaggi in Italia di alcuni artisti spagnoli, come José de Ribera, che giunse a Roma nel 1601 e trascorse la maggior parte della sua vita a Napoli, oppure Velázquez, il cui primo soggiorno in Italia tra il 1629 e il 1630 è rappresentato in mostra dall’eccezionale “Tunica di San Giuseppe”, tra i maggiori raggiungimenti della sua intera opera, mentre il suo trionfo come ritrattista presso la corte pontificia avvenne in occasione del suo secondo viaggio italiano tra il 1649-1650.