Con Carla Vaudo
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Simbolo e fulcro del rione Trastevere è la Basilica di Santa Maria in Trastevere, probabilmente il primo luogo ufficiale di culto cristiano edificato a Roma e sicuramente il primo dedicato al culto della Vergine. Secondo la leggenda la chiesa fu eretta da San Giulio I nel 340 sull’oratorio fondato da papa Callisto I nel III secolo, quando il cristianesimo non si era ancora diffuso, tanto che la chiesa fu chiamata titulus Calixti fino al VI secolo, quando poi fu dedicata a Maria. Un fatto antico e mistico la contraddistingue dalle altre chiese: Santa Maria sorge sul luogo dove nel 38 a.C. dal terreno fuoriuscì uno zampillo di olio minerale, la divina fons olei, poiché i cristiani vi videro il segno premonitore della venuta di Cristo, l’Unto del Signore.
Ricostruita durante il pontificato di papa Innocenzo II ebbe in seguito decorazioni e restauri, tra cui notevoli quelli promossi da papa Clemente XI (1702) e da papa Pio IX (1870), senza che però la chiesa subisse alterazioni sostanziali. Molte parti della chiesa risalgono al XII secolo; importanti i mosaici, specialmente quelli delle facciate e quelli dell’abside realizzati da Pietro Cavallini e raffiguranti la vita della Vergine. Il campanile costruito nel XII secolo ha in cima un piccolo mosaico raffigurante la Vergine. Il portico fu rimodellato nel 1702 da Carlo Fontana. L’interno basilicale è a tre navate divise da ventuno colonne di granito, di vario diametro, tutte con capitelli ionici e corinzi. Il ricchissimo soffitto è a lacunari intagliati e dorati e con fondi policromi, su disegno del Domenichino (1617) del quale è la bella tela con l’Assunta.