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Con Carla Vaudo

Visita guidata + sistema di amplificazione: Eu 12 iscritti a Flumen / Eu 15 non iscritti
Biglietto di ingresso + diritti di prenotazione: Eu 7

Nel 1959 l’architetto Clemente Busiri Vici fu incaricato dalla famiglia Colonna di effettuare dei restauri nell’ala del palazzo confinante con la Basilica dei Santi Apostoli e qui casualmente fece una eccezionale scoperta: sotto uno strato di intonaco emersero straordinari affreschi che nel Quattrocento adornavano una delle cappelle della basilica realizzata per volere del potente cardinale Bessarione, come proprio luogo di sepoltura.
Grazie a portentosi restauri che si sono susseguiti per anni, fino ai nostri giorni, è possibile ora visitare questa antica cappella e ammirare gli affreschi che ne ricoprono la superficie: se la critica è unanime nell’attribuire parte della realizzazione, avvenuta tra il 1464 e il 1467, ad Antoniazzo Romano e alla sua bottega, si è sempre più certi che le mani che lavorarono alla sua decorazione furono varie, tra cui vale la pena ricordare quelle di Melozzo da Forlì e di Lorenzo da Viterbo.
Basilio Bessarione, nato a Trebisonda nel 1403, entrò da giovane nell’ordine di San Basilio. Cresciuto tra Costantinopoli ed il Peloponneso, si avvicinò molto alle correnti filosofiche del cosiddetto “neopaganesimo”, che puntava in un certo senso a far rivivere le antiche divinità pagane in chiave cristiana. La sua brillante carriera di prelato lo porterà ad essere uno dei più attivi sostenitori della riunificazione della chiesa di Oriente ed Occidente, fino all’elezione di cardinale della Basilica dei Santi XII Apostoli nel 1439 per volere di papa Eugenio IV. Nei primi anni Cinquanta ne diviene amministratore e commendatario: decise così di trasferirsi all’interno dell’adiacente Palazzo Colonna, dove avrà sede il suo rinomato circolo accademico, improntato sulla riscoperta e valorizzazione del patrimonio umanistico classico. Divenne anche proprietario della cappella, in origine dedicata solo a Sant’Eugenia, ma poi anche a San Michele Arcangelo e San Giovanni Battista, nel 1463, grazie alla concessione di papa Pio II. Sarà così che il cardinale deciderà di abbellire la sua cappella privata, lasciando dettagliate indicazioni sulla realizzazione nel testamento del 1464.

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