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Urbino incanta chi vi arriva per la prima volta, l’antica capitale del ducato del Montefeltro sorge su due colli con i tetti delle case e delle chiese digradanti. Appena si attraversano le sue porte rinascimentali si coglie il contrasto tra l’antichità del luogo e la sua giovane popolazione: 15 mila studenti provenienti da tutto il mondo che raddoppiano gli abitanti di questa bellissima cittadina marchigiana, richiamati dalla sua vetusta Università fondata nel 1506, che oggi porta il nome di Carlo Bo che qui fu docente a partire dal 1938.
“Ateneo in forma di città”, così Sergio Zavoli ha definito Urbino, che è internazionalmente considerata una delle più significative espressioni del Rinascimento italiano, mantenuta intatta nel corso dei secoli.
Carlo Bo ricorda nei suoi scritti che quando l’architetto Giancarlo De Carlo visitò per la prima volta Urbino, all’inizio degli anni ’50, sorpreso dalla straordinaria sinergia tra gli elementi storico-artistici-architettonici con quelli ambientali, affermò: “questa è la vera Italia”.

“Chi arrivi a Urbino ignaro e della sua storia e della sua importanza si trova di fronte a una sorpresa straordinaria, anzi a un miracolo. Nel giuoco delle colline che sopportano le strade d’accesso ecco che appare un palazzo fatato che il tempo non ha sfregiato né intaccato. È un salto indietro nel tempo, un tuffo nella purezza e nella libertà dello spirito” (Carlo Bo).

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