Raccontato da Marco Mancini
«Non ho descritto neppure la ventesima parte delle cose che ho visto»
Chi parla è Marco Polo, nel resoconto del suo straordinario viaggio raccontato al grande letterato Rustichello da Pisa, mentre condividevano la prigionia a Genova durante i conflitti tra le Repubbliche Marinare. Quello che ne scaturì fu la scrittura di uno dei più famosi libri del mondo, Le Divisament dou Monde, poi conosciuto col nome di Milione, che ebbe sin dalla prima pubblicazione un’incredibile fortuna. Il viaggio di Marco verso Oriente, attraverso l’intero continente asiatico, lungo le millenarie vie carovaniere dell’Anatolia e della Persia fino al cuore della civilissima Cina, in quegli anni dominata dall’Impero Mongolo, fu la più importante fonte di conoscenza per tutto il mondo occidentale dell’epoca.
La leggendaria conquista di Alessandro Magno dell’Impero Persiano, i traffici commerciali dei Romani lungo la Via della Seta, portarono l’Occidente al contatto con la Cina e a un alto livello di conoscenze etniche e geografiche che svanirono in pieno Medioevo. Alla fine del Duecento in Occidente non si conosceva cosa ci fosse al di là del mondo islamico e qualsiasi racconto era gonfiato da fantasie e ignoranza. Tutto era ricondotto alla diabolica figura di Gengis Khan e all’eco delle atrocità del suo invincibile esercito, perpetrate ai danni delle città dell’Europa orientale.
Marco Polo non solo giunse alla corte del Gran Khan dei Mongoli Kubilai, viaggiando per centinaia di miglia attraverso paesi diversi e superando steppe ostili, deserti e catene montuose, ma ne rimase per anni al suo servizio, fungendo da ambasciatore ed amministratore. Il suo ritorno a Venezia dopo anni di permanenza in Cina, rappresenta una conquista assoluta per l’umanità, un punto di svolta fondamentale per l’apertura di rotte commerciali lungo nuovi canali per l’Oriente, uno straordinario flusso di ricchezze e potere che vede privilegiata la Repubblica di Venezia come terminale diretto della Via della Seta.
La magnifica esperienza di Marco Polo, forse il più famoso viaggiatore del mondo, ha da sempre ispirato l’immaginario collettivo e rappresentato simbolicamente l’idea del viaggio dell’uomo verso l’ignoto, per sete di conoscenza, brama di crescita e sviluppo del progresso. Poco più di due secoli dopo il ritorno di Marco a Venezia, un altro italiano sognava, per le stesse ragioni, di recarsi in Cina, ma questa volta via mare e procedendo nella direzione opposta, sicuro di abbreviare notevolmente il viaggio ed ottenere maggiori benefici per l’uomo. Il suo nome era Cristoforo Colombo.