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Raccontato da Gabriele Rossoni Nel corso delle vicende millenarie del Vicino Oriente Antico il popolo dei Fenici rappresenta una clamorosa discontinuità storica. Le civiltà sorte e sviluppate nelle terre della Mezzaluna Fertile, ma anche lungo la valle del Nilo, vedevano nel mare un limite geografico e psicologico quasi invalicabile; lo stesso potente splendore degli imperi mesopotamici si basava quasi essenzialmente su un controllo militare, e in parte amministrativo, di territori terrestri, ritenendo poco opportuno solcare lo spazio marino per ampliare la propria espansione. Del resto sappiamo tutti cosa accadde ai Persiani a Salamina al cospetto della assai più esperta marineria greca. Per questo costituiscono un caso storico a parte tutte quelle città-stato che proliferarono lungo le coste siro-palestinesi dimostrando una forte e unica vocazione marinara. I Greci, che con esse ebbero notevoli scambi commerciali e culturali, fondanti per lo sviluppo della nostra civiltà occidentale, li chiamarono Phoinikes, termine che si riferiva al colore rosso porpora estratto da particolari conchiglie e così da allora gli Altri definirono con il nome di Fenici, o di Punici, quel popolo di mare. Con questo ciclo di 5 video-conferenze seguiremo la storia dei Fenici nel Vicino Oriente Antico e salperemo con loro partecipando alla grande impresa migratoria verso Occidente dove vennero fondate nuove e importanti città, su tutte Cartagine la Città Nuova. Infine sbarcheremo in un angolo di Sicilia dove, in un contesto naturale di straordinaria bellezza, si sviluppò la bella e potente città di Mozia. Raccontato da Gabriele Rossoni, archeologo orientalista, che ha partecipato per oltre 20 anni agli scavi archeologici nell’isola di Mozia.
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Con Carla Vaudo La lunga storia dei circa cinque secoli di presenza bizantina in Italia, o come sarebbe più corretto dire, dei Romani d’Oriente a partire dallo sbarco in Sicilia nel 535 d.C. delle truppe di Costantinopoli che segnò l’inizio di una guerra che portò alla riconquista di tutta la penisola allora soggetta agli Ostrogoti. Già nel 568 però, l’invasione longobarda divise la penisola in due zone d’influenza: L’Esarcato di Ravenna cadde nel 751, ponendo fine al dominio bizantino al nord, mentre la Sicilia e parte della Puglia e della Calabria restarono sotto il controllo di Costantinopoli. Nel IX secolo la Sicilia fu conquistata dagli Arabi, mentre in Calabria, Basilicata e Puglia i bizantini ingrandirono il regno, fino all’invasione normanna che, con la conquista di Bari nel 1071, pose fine al potere nella penisola dei Romani d’Oriente. Una storia straordinaria che non si esaurisce, però, con la fine della presenza politica in Italia, ma che resterà indelebile nella dimensione artistica, nelle forme di un’arte imperiale, che voleva unire il cielo e la terra.
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Con Carla Vaudo La lunga storia dei circa cinque secoli di presenza bizantina in Italia, o come sarebbe più corretto dire, dei Romani d’Oriente a partire dallo sbarco in Sicilia nel 535 d.C. delle truppe di Costantinopoli che segnò l’inizio di una guerra che portò alla riconquista di tutta la penisola allora soggetta agli Ostrogoti. Già nel 568 però, l’invasione longobarda divise la penisola in due zone d’influenza: L’Esarcato di Ravenna cadde nel 751, ponendo fine al dominio bizantino al nord, mentre la Sicilia e parte della Puglia e della Calabria restarono sotto il controllo di Costantinopoli. Nel IX secolo la Sicilia fu conquistata dagli Arabi, mentre in Calabria, Basilicata e Puglia i bizantini ingrandirono il regno, fino all’invasione normanna che, con la conquista di Bari nel 1071, pose fine al potere nella penisola dei Romani d’Oriente. Una storia straordinaria che non si esaurisce, però, con la fine della presenza politica in Italia, ma che resterà indelebile nella dimensione artistica, nelle forme di un’arte imperiale, che voleva unire il cielo e la terra.
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Con Carla Vaudo La lunga storia dei circa cinque secoli di presenza bizantina in Italia, o come sarebbe più corretto dire, dei Romani d’Oriente a partire dallo sbarco in Sicilia nel 535 d.C. delle truppe di Costantinopoli che segnò l’inizio di una guerra che portò alla riconquista di tutta la penisola allora soggetta agli Ostrogoti. Già nel 568 però, l’invasione longobarda divise la penisola in due zone d’influenza: L’Esarcato di Ravenna cadde nel 751, ponendo fine al dominio bizantino al nord, mentre la Sicilia e parte della Puglia e della Calabria restarono sotto il controllo di Costantinopoli. Nel IX secolo la Sicilia fu conquistata dagli Arabi, mentre in Calabria, Basilicata e Puglia i bizantini ingrandirono il regno, fino all’invasione normanna che, con la conquista di Bari nel 1071, pose fine al potere nella penisola dei Romani d’Oriente. Una storia straordinaria che non si esaurisce, però, con la fine della presenza politica in Italia, ma che resterà indelebile nella dimensione artistica, nelle forme di un’arte imperiale, che voleva unire il cielo e la terra.
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Con Carla Vaudo La lunga storia dei circa cinque secoli di presenza bizantina in Italia, o come sarebbe più corretto dire, dei Romani d’Oriente a partire dallo sbarco in Sicilia nel 535 d.C. delle truppe di Costantinopoli che segnò l’inizio di una guerra che portò alla riconquista di tutta la penisola allora soggetta agli Ostrogoti. Già nel 568 però, l’invasione longobarda divise la penisola in due zone d’influenza: L’Esarcato di Ravenna cadde nel 751, ponendo fine al dominio bizantino al nord, mentre la Sicilia e parte della Puglia e della Calabria restarono sotto il controllo di Costantinopoli. Nel IX secolo la Sicilia fu conquistata dagli Arabi, mentre in Calabria, Basilicata e Puglia i bizantini ingrandirono il regno, fino all’invasione normanna che, con la conquista di Bari nel 1071, pose fine al potere nella penisola dei Romani d’Oriente. Una storia straordinaria che non si esaurisce, però, con la fine della presenza politica in Italia, ma che resterà indelebile nella dimensione artistica, nelle forme di un’arte imperiale, che voleva unire il cielo e la terra.
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Con Carla Vaudo La lunga storia dei circa cinque secoli di presenza bizantina in Italia, o come sarebbe più corretto dire, dei Romani d’Oriente a partire dallo sbarco in Sicilia nel 535 d.C. delle truppe di Costantinopoli che segnò l’inizio di una guerra che portò alla riconquista di tutta la penisola allora soggetta agli Ostrogoti. Già nel 568 però, l’invasione longobarda divise la penisola in due zone d’influenza: L’Esarcato di Ravenna cadde nel 751, ponendo fine al dominio bizantino al nord, mentre la Sicilia e parte della Puglia e della Calabria restarono sotto il controllo di Costantinopoli. Nel IX secolo la Sicilia fu conquistata dagli Arabi, mentre in Calabria, Basilicata e Puglia i bizantini ingrandirono il regno, fino all’invasione normanna che, con la conquista di Bari nel 1071, pose fine al potere nella penisola dei Romani d’Oriente. Una storia straordinaria che non si esaurisce, però, con la fine della presenza politica in Italia, ma che resterà indelebile nella dimensione artistica, nelle forme di un’arte imperiale, che voleva unire il cielo e la terra.
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Raccontato da Carla Vaudo
Una rete di abbazie e monasteri fiorisce in tutta Europa: sulle vette delle montagne, nelle vallate verdeggianti, sulle isole, nelle campagne, in prossimità delle città. Luoghi di spiritualità e di potere, garanti della forza inarrestabile della preghiera, centri di cultura e di elaborazione di nuove forme artistiche e architettoniche, a creare nel mondo un luogo a misura di Dio.
A partire dal V secolo, da quando incomincia la lenta ma inesorabile chiusura del sipario sui fasti millenari dell’epopea di Roma, essi diventano piano piano imprescindibili punti di riferimento degli scenari in cui andranno giocandosi le nuove vicende religiose, culturali, politiche ed economiche del continente.
L’Italia è la culla di un’esperienza cenobitica di suprema importanza per la storia d’Europa: quella iniziata da San Benedetto da Norcia (480-549), alla quale si affiancano la tradizione cosiddetta “celtica” – i cui campioni sono i monaci irlandesi Brendano e Colombano – e quella “eremitica” di origine orientale, diffusa specialmente nel Meridione.
Nei monasteri e nelle abbazie si conserva e si tramanda la cultura greca e latina, pagana e cristiana, grazie all’attività esperita negli scriptoria, cioè i luoghi, spesso comunicanti con ricche biblioteche, nei quali schiere di pazienti monaci amanuensi armati di punteruoli, righelli, penne e inchiostro copiano su pergamene manoscritti antichi e fabbricano libri.
I monasteri sono anche oasi di valorizzazione del lavoro manuale, come ha spiegato il grande medievista francese Jacques Le Goff. Si strutturano cioè come attivi centri di produzione agricola e artigianale, attorno ai quali si organizzano vere e proprie aziende costituite da contadini e operai.
Carla Vaudo, in 6 incontri, dedica il suo nuovo racconto alla scoperta di questi meravigliosi e antichi luoghi di preghiera, lavoro, cultura e potere, dove il Cielo si piegava ad incontrare la Terra.
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Raccontato da Carla Vaudo
Tra XI e XII secolo i profondi cambiamenti economici, politici e culturali dell’Europa occidentale coincidono in un altrettanto straordinario periodo artistico: IL ROMANICO.
Malgrado le profonde diversificazioni tra le varie regioni e tra le diverse arti l’arte romanica viene generalmente considerata come un insieme unitario, diffuso e in una vastissima pluralità di centri, con scambi e influssi reciproci. All’aspetto sacrale dell’arte del primo Medioevo, subentra un nuovo interesse per la narrazione, nelle miniature, negli affreschi, nelle vetrate istoriate, nei capitelli dei chiostri e delle chiese. La scolastica porta a un’elaborazione intensa gli schemi dell’allegoria, nell’illustrazione dei manoscritti, nel disegno delle vetrate, nel programma dei portali e delle facciate, in cicli di affreschi e di sculture, nel disegno delle vesti liturgiche. Il patrimonio formale dell’Alto Medioevo si arricchisce di nuovi apporti, attraverso l’arte islamica e i contatti con l’arte bizantina. Al culto delle reliquie subentra quello delle tombe dei santi, favorendo la creazione di monumenti e di capolavori dell’oreficeria; si stabilisce un nuovo rapporto individuale fra il devoto e l’immagine di culto, che ne determina lo sviluppo nella pittura su tavola, nella statuaria, nell’oreficeria … Importanti le innovazioni tecniche, dallo studio delle volte, fondamento dell’architettura romanica, allo smalto e alla filigrana, al vetro, al bronzo, riscoprendo procedimenti dell’antichità.
La rinascita dei nuclei cittadini, l’importanza della cattedrale come fondamentale centro urbano, le grandi testimonianze di una nuova espressione artistica nella scultura, nella pittura, nell’arte suntuaria, sono raccontati da Carla Vaudo, archeologa medievista, in 5 video-conferenze.
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Raccontato da Irene Cellamare Dopo il primo ciclo introduttivo “Lo potevo fare anche io?! Viaggio nell’Arte Contemporanea” questo nuovo e secondo ciclo di video-conferenze ci conduce più nello specifico alla scoperta di alcuni dei principali movimenti d’avanguardia del ‘900, fornendo chiavi di lettura per orientarsi tra le tante correnti, gli artisti, le nuove tecniche e le pratiche estetiche del secolo scorso. Come rabdomanti faremo un viaggio tra Italia, Russia, Stati Uniti, Francia e Germania alla ricerca dei protagonisti e delle tendenze artistiche che si sono sovrapposte e intrecciate tra loro nel corso degli anni: le rivoluzioni futuriste e le avanguardie sovietiche, l’astrattismo di Klee e Kandinskij, dal Blaue Reiter all’Action Painting, dal Realismo alla Pop Art americani fino alle italiane Arte povera e Transavanguardia – alcuni protagonisti delle quali sono stati tra gli unici italiani esposti al MoMA di New York – per giungere alle sperimentazioni ambientali e di Land Art. Poiché l’arte contemporanea in maniera particolare ha a sua disposizione un’enorme quantità di simboli e tecniche provenienti dai secoli precedenti che alimentano le realizzazioni dell’oggi, ci troveremo di fronte a creazioni che spaziano dai formati più piccoli “da cavalletto” fino al concepimento di grandi installazioni e trasformazioni urbane e paesaggistiche.
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Raccontato da Irene Cellamare Dopo il primo ciclo introduttivo “Lo potevo fare anche io?! Viaggio nell’Arte Contemporanea” questo nuovo e secondo ciclo di video-conferenze ci conduce più nello specifico alla scoperta di alcuni dei principali movimenti d’avanguardia del ‘900, fornendo chiavi di lettura per orientarsi tra le tante correnti, gli artisti, le nuove tecniche e le pratiche estetiche del secolo scorso. Come rabdomanti faremo un viaggio tra Italia, Russia, Stati Uniti, Francia e Germania alla ricerca dei protagonisti e delle tendenze artistiche che si sono sovrapposte e intrecciate tra loro nel corso degli anni: le rivoluzioni futuriste e le avanguardie sovietiche, l’astrattismo di Klee e Kandinskij, dal Blaue Reiter all’Action Painting, dal Realismo alla Pop Art americani fino alle italiane Arte povera e Transavanguardia – alcuni protagonisti delle quali sono stati tra gli unici italiani esposti al MoMA di New York – per giungere alle sperimentazioni ambientali e di Land Art. Poiché l’arte contemporanea in maniera particolare ha a sua disposizione un’enorme quantità di simboli e tecniche provenienti dai secoli precedenti che alimentano le realizzazioni dell’oggi, ci troveremo di fronte a creazioni che spaziano dai formati più piccoli “da cavalletto” fino al concepimento di grandi installazioni e trasformazioni urbane e paesaggistiche.
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Raccontato da Irene Cellamare Dopo il primo ciclo introduttivo “Lo potevo fare anche io?! Viaggio nell’Arte Contemporanea” questo nuovo e secondo ciclo di video-conferenze ci conduce più nello specifico alla scoperta di alcuni dei principali movimenti d’avanguardia del ‘900, fornendo chiavi di lettura per orientarsi tra le tante correnti, gli artisti, le nuove tecniche e le pratiche estetiche del secolo scorso. Come rabdomanti faremo un viaggio tra Italia, Russia, Stati Uniti, Francia e Germania alla ricerca dei protagonisti e delle tendenze artistiche che si sono sovrapposte e intrecciate tra loro nel corso degli anni: le rivoluzioni futuriste e le avanguardie sovietiche, l’astrattismo di Klee e Kandinskij, dal Blaue Reiter all’Action Painting, dal Realismo alla Pop Art americani fino alle italiane Arte povera e Transavanguardia – alcuni protagonisti delle quali sono stati tra gli unici italiani esposti al MoMA di New York – per giungere alle sperimentazioni ambientali e di Land Art. Poiché l’arte contemporanea in maniera particolare ha a sua disposizione un’enorme quantità di simboli e tecniche provenienti dai secoli precedenti che alimentano le realizzazioni dell’oggi, ci troveremo di fronte a creazioni che spaziano dai formati più piccoli “da cavalletto” fino al concepimento di grandi installazioni e trasformazioni urbane e paesaggistiche.
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Raccontato da Irene Cellamare Dopo il primo ciclo introduttivo “Lo potevo fare anche io?! Viaggio nell’Arte Contemporanea” questo nuovo e secondo ciclo di video-conferenze ci conduce più nello specifico alla scoperta di alcuni dei principali movimenti d’avanguardia del ‘900, fornendo chiavi di lettura per orientarsi tra le tante correnti, gli artisti, le nuove tecniche e le pratiche estetiche del secolo scorso. Come rabdomanti faremo un viaggio tra Italia, Russia, Stati Uniti, Francia e Germania alla ricerca dei protagonisti e delle tendenze artistiche che si sono sovrapposte e intrecciate tra loro nel corso degli anni: le rivoluzioni futuriste e le avanguardie sovietiche, l’astrattismo di Klee e Kandinskij, dal Blaue Reiter all’Action Painting, dal Realismo alla Pop Art americani fino alle italiane Arte povera e Transavanguardia – alcuni protagonisti delle quali sono stati tra gli unici italiani esposti al MoMA di New York – per giungere alle sperimentazioni ambientali e di Land Art. Poiché l’arte contemporanea in maniera particolare ha a sua disposizione un’enorme quantità di simboli e tecniche provenienti dai secoli precedenti che alimentano le realizzazioni dell’oggi, ci troveremo di fronte a creazioni che spaziano dai formati più piccoli “da cavalletto” fino al concepimento di grandi installazioni e trasformazioni urbane e paesaggistiche.