Video-lezioni registrate

  • Raccontato da Irene Cellamare Dopo il primo ciclo introduttivo “Lo potevo fare anche io?! Viaggio nell’Arte Contemporanea questo nuovo e secondo ciclo di video-conferenze ci conduce più nello specifico alla scoperta di alcuni dei principali movimenti d’avanguardia del ‘900, fornendo chiavi di lettura per orientarsi tra le tante correnti, gli artisti, le nuove tecniche e le pratiche estetiche del secolo scorso. Come rabdomanti faremo un viaggio tra Italia, Russia, Stati Uniti, Francia e Germania alla ricerca dei protagonisti e delle tendenze artistiche che si sono sovrapposte e intrecciate tra loro nel corso degli anni: le rivoluzioni futuriste e le avanguardie sovietiche, l’astrattismo di Klee e Kandinskij, dal Blaue Reiter all’Action Painting, dal Realismo alla Pop Art americani fino alle italiane Arte povera e Transavanguardia – alcuni protagonisti delle quali sono stati tra gli unici italiani esposti al MoMA di New York – per giungere alle sperimentazioni ambientali e di Land Art. Poiché l’arte contemporanea in maniera particolare ha a sua disposizione un’enorme quantità di simboli e tecniche provenienti dai secoli precedenti che alimentano le realizzazioni dell’oggi, ci troveremo di fronte a creazioni che spaziano dai formati più piccoli “da cavalletto” fino al concepimento di grandi installazioni e trasformazioni urbane e paesaggistiche.
  • Con Carla Vaudo Normanni, ovvero gli Uomini del Nord, sono quelle popolazioni che nell’Alto Medioevo abitavano l’Europa settentrionale nell’attuale Svezia, Norvegia e Danimarca. Li conosciamo anche con l’altrettanto celebre nome di Vichinghi, termine che in realtà va più correttamente riferito alla fase più antica della loro storia quando, nel VII-IX secolo, iniziarono a spingersi attraverso una serie di scorrerie marinare dalla Groenlandia alla Russia, passando per Inghilterra, Irlanda, Islanda e, finalmente, in Francia del Nord. Nel 911 i Normanni fondarono nella Francia del Nord il ducato di Normandia, convertendosi al cristianesimo e accettando, assieme alla lingua e agli usi locali, le istituzioni feudali, diventando tra i più potenti signori di Francia. Alla morte senza legittimi eredi del re anglosassone Edoardo il Confessore, il duca di Normandia Guglielmo, che sarà poi detto il Conquistatore, cugino di Edoardo, rivendicò la successione e dopo la vittoria nella famosa battaglia di Hastings (1066) si fece incoronare re d’Inghilterra. Questa conquista fu decisiva per la storia inglese dal punto di vista politico-sociale ma anche culturale. Poco dopo il Mille schiere di Normanni scesero nell’Italia meridionale, attirati dalle guerre e dalle rivolte, con la speranza di conquistare terre inserendosi nel complicato gioco delle rivalità e delle successioni. Al soldo del principe di Capua fu Rainolfo Drengot, che per primo (1030) ottenne la terra di Aversa. Poco dopo emersero gli Altavilla (= Hauteville): Guglielmo Braccio di Ferro divenne conte di Melfi (1043), Roberto il Guiscardo fu riconosciuto dal papa duca di Puglia e Calabria (1059), Ruggero I tra il 1060 e il 1091 strappò la Sicilia agli Arabi e ne divenne conte. In breve tutta l’Italia del Sud divenne signoria normanna. Con Ruggero II, incoronato re di Sicilia nel 1130, si ebbe l’unificazione di tutte le conquiste normanne in Italia in un potente regno feudale.
  • Con Carla Vaudo Normanni, ovvero gli Uomini del Nord, sono quelle popolazioni che nell’Alto Medioevo abitavano l’Europa settentrionale nell’attuale Svezia, Norvegia e Danimarca. Li conosciamo anche con l’altrettanto celebre nome di Vichinghi, termine che in realtà va più correttamente riferito alla fase più antica della loro storia quando, nel VII-IX secolo, iniziarono a spingersi attraverso una serie di scorrerie marinare dalla Groenlandia alla Russia, passando per Inghilterra, Irlanda, Islanda e, finalmente, in Francia del Nord. Nel 911 i Normanni fondarono nella Francia del Nord il ducato di Normandia, convertendosi al cristianesimo e accettando, assieme alla lingua e agli usi locali, le istituzioni feudali, diventando tra i più potenti signori di Francia. Alla morte senza legittimi eredi del re anglosassone Edoardo il Confessore, il duca di Normandia Guglielmo, che sarà poi detto il Conquistatore, cugino di Edoardo, rivendicò la successione e dopo la vittoria nella famosa battaglia di Hastings (1066) si fece incoronare re d’Inghilterra. Questa conquista fu decisiva per la storia inglese dal punto di vista politico-sociale ma anche culturale. Poco dopo il Mille schiere di Normanni scesero nell’Italia meridionale, attirati dalle guerre e dalle rivolte, con la speranza di conquistare terre inserendosi nel complicato gioco delle rivalità e delle successioni. Al soldo del principe di Capua fu Rainolfo Drengot, che per primo (1030) ottenne la terra di Aversa. Poco dopo emersero gli Altavilla (= Hauteville): Guglielmo Braccio di Ferro divenne conte di Melfi (1043), Roberto il Guiscardo fu riconosciuto dal papa duca di Puglia e Calabria (1059), Ruggero I tra il 1060 e il 1091 strappò la Sicilia agli Arabi e ne divenne conte. In breve tutta l’Italia del Sud divenne signoria normanna. Con Ruggero II, incoronato re di Sicilia nel 1130, si ebbe l’unificazione di tutte le conquiste normanne in Italia in un potente regno feudale.
  • Con Carla Vaudo Normanni, ovvero gli Uomini del Nord, sono quelle popolazioni che nell’Alto Medioevo abitavano l’Europa settentrionale nell’attuale Svezia, Norvegia e Danimarca. Li conosciamo anche con l’altrettanto celebre nome di Vichinghi, termine che in realtà va più correttamente riferito alla fase più antica della loro storia quando, nel VII-IX secolo, iniziarono a spingersi attraverso una serie di scorrerie marinare dalla Groenlandia alla Russia, passando per Inghilterra, Irlanda, Islanda e, finalmente, in Francia del Nord. Nel 911 i Normanni fondarono nella Francia del Nord il ducato di Normandia, convertendosi al cristianesimo e accettando, assieme alla lingua e agli usi locali, le istituzioni feudali, diventando tra i più potenti signori di Francia. Alla morte senza legittimi eredi del re anglosassone Edoardo il Confessore, il duca di Normandia Guglielmo, che sarà poi detto il Conquistatore, cugino di Edoardo, rivendicò la successione e dopo la vittoria nella famosa battaglia di Hastings (1066) si fece incoronare re d’Inghilterra. Questa conquista fu decisiva per la storia inglese dal punto di vista politico-sociale ma anche culturale. Poco dopo il Mille schiere di Normanni scesero nell’Italia meridionale, attirati dalle guerre e dalle rivolte, con la speranza di conquistare terre inserendosi nel complicato gioco delle rivalità e delle successioni. Al soldo del principe di Capua fu Rainolfo Drengot, che per primo (1030) ottenne la terra di Aversa. Poco dopo emersero gli Altavilla (= Hauteville): Guglielmo Braccio di Ferro divenne conte di Melfi (1043), Roberto il Guiscardo fu riconosciuto dal papa duca di Puglia e Calabria (1059), Ruggero I tra il 1060 e il 1091 strappò la Sicilia agli Arabi e ne divenne conte. In breve tutta l’Italia del Sud divenne signoria normanna. Con Ruggero II, incoronato re di Sicilia nel 1130, si ebbe l’unificazione di tutte le conquiste normanne in Italia in un potente regno feudale.
  • Con Carla Vaudo Normanni, ovvero gli Uomini del Nord, sono quelle popolazioni che nell’Alto Medioevo abitavano l’Europa settentrionale nell’attuale Svezia, Norvegia e Danimarca. Li conosciamo anche con l’altrettanto celebre nome di Vichinghi, termine che in realtà va più correttamente riferito alla fase più antica della loro storia quando, nel VII-IX secolo, iniziarono a spingersi attraverso una serie di scorrerie marinare dalla Groenlandia alla Russia, passando per Inghilterra, Irlanda, Islanda e, finalmente, in Francia del Nord. Nel 911 i Normanni fondarono nella Francia del Nord il ducato di Normandia, convertendosi al cristianesimo e accettando, assieme alla lingua e agli usi locali, le istituzioni feudali, diventando tra i più potenti signori di Francia. Alla morte senza legittimi eredi del re anglosassone Edoardo il Confessore, il duca di Normandia Guglielmo, che sarà poi detto il Conquistatore, cugino di Edoardo, rivendicò la successione e dopo la vittoria nella famosa battaglia di Hastings (1066) si fece incoronare re d’Inghilterra. Questa conquista fu decisiva per la storia inglese dal punto di vista politico-sociale ma anche culturale. Poco dopo il Mille schiere di Normanni scesero nell’Italia meridionale, attirati dalle guerre e dalle rivolte, con la speranza di conquistare terre inserendosi nel complicato gioco delle rivalità e delle successioni. Al soldo del principe di Capua fu Rainolfo Drengot, che per primo (1030) ottenne la terra di Aversa. Poco dopo emersero gli Altavilla (= Hauteville): Guglielmo Braccio di Ferro divenne conte di Melfi (1043), Roberto il Guiscardo fu riconosciuto dal papa duca di Puglia e Calabria (1059), Ruggero I tra il 1060 e il 1091 strappò la Sicilia agli Arabi e ne divenne conte. In breve tutta l’Italia del Sud divenne signoria normanna. Con Ruggero II, incoronato re di Sicilia nel 1130, si ebbe l’unificazione di tutte le conquiste normanne in Italia in un potente regno feudale.
  • Con Carla Vaudo Normanni, ovvero gli Uomini del Nord, sono quelle popolazioni che nell’Alto Medioevo abitavano l’Europa settentrionale nell’attuale Svezia, Norvegia e Danimarca. Li conosciamo anche con l’altrettanto celebre nome di Vichinghi, termine che in realtà va più correttamente riferito alla fase più antica della loro storia quando, nel VII-IX secolo, iniziarono a spingersi attraverso una serie di scorrerie marinare dalla Groenlandia alla Russia, passando per Inghilterra, Irlanda, Islanda e, finalmente, in Francia del Nord. Nel 911 i Normanni fondarono nella Francia del Nord il ducato di Normandia, convertendosi al cristianesimo e accettando, assieme alla lingua e agli usi locali, le istituzioni feudali, diventando tra i più potenti signori di Francia. Alla morte senza legittimi eredi del re anglosassone Edoardo il Confessore, il duca di Normandia Guglielmo, che sarà poi detto il Conquistatore, cugino di Edoardo, rivendicò la successione e dopo la vittoria nella famosa battaglia di Hastings (1066) si fece incoronare re d’Inghilterra. Questa conquista fu decisiva per la storia inglese dal punto di vista politico-sociale ma anche culturale. Poco dopo il Mille schiere di Normanni scesero nell’Italia meridionale, attirati dalle guerre e dalle rivolte, con la speranza di conquistare terre inserendosi nel complicato gioco delle rivalità e delle successioni. Al soldo del principe di Capua fu Rainolfo Drengot, che per primo (1030) ottenne la terra di Aversa. Poco dopo emersero gli Altavilla (= Hauteville): Guglielmo Braccio di Ferro divenne conte di Melfi (1043), Roberto il Guiscardo fu riconosciuto dal papa duca di Puglia e Calabria (1059), Ruggero I tra il 1060 e il 1091 strappò la Sicilia agli Arabi e ne divenne conte. In breve tutta l’Italia del Sud divenne signoria normanna. Con Ruggero II, incoronato re di Sicilia nel 1130, si ebbe l’unificazione di tutte le conquiste normanne in Italia in un potente regno feudale.
  • Con Valeria Marino Quattro video-lezioni per quattro grandi pittori che hanno segnato un secolo importante della cultura fiamminga del Quattrocento. Sono i cosiddetti pittori primitivi, inventori di uno stile raffinatissimo che eccelle nei ritratti come nelle pale d'altare, dipinti con minuzia descrittiva e visione lenticolare: lo stile inconfondibile di Jan van Eyck, pittore di corte durante il ducato di Borgogna dotato della più alta qualità pittorica dell’epoca, il senso pieno dei volumi e l'emotività umana dei personaggi di van der Weyden, l’eleganza raffinata e malinconica di Hans Memling, le visioni oniriche e surreali di Hieronymus Bosch che preludono alla crisi religiosa del XVI secolo.
  • Con Valeria Marino Quattro video-lezioni per quattro grandi pittori che hanno segnato un secolo importante della cultura fiamminga del Quattrocento. Sono i cosiddetti pittori primitivi, inventori di uno stile raffinatissimo che eccelle nei ritratti come nelle pale d'altare, dipinti con minuzia descrittiva e visione lenticolare: lo stile inconfondibile di Jan van Eyck, pittore di corte durante il ducato di Borgogna dotato della più alta qualità pittorica dell’epoca, il senso pieno dei volumi e l'emotività umana dei personaggi di van der Weyden, l’eleganza raffinata e malinconica di Hans Memling, le visioni oniriche e surreali di Hieronymus Bosch che preludono alla crisi religiosa del XVI secolo.
  • Con Valeria Marino Quattro video-lezioni per quattro grandi pittori che hanno segnato un secolo importante della cultura fiamminga del Quattrocento. Sono i cosiddetti pittori primitivi, inventori di uno stile raffinatissimo che eccelle nei ritratti come nelle pale d'altare, dipinti con minuzia descrittiva e visione lenticolare: lo stile inconfondibile di Jan van Eyck, pittore di corte durante il ducato di Borgogna dotato della più alta qualità pittorica dell’epoca, il senso pieno dei volumi e l'emotività umana dei personaggi di van der Weyden, l’eleganza raffinata e malinconica di Hans Memling, le visioni oniriche e surreali di Hieronymus Bosch che preludono alla crisi religiosa del XVI secolo.
  • Con Valeria Marino Quattro video-lezioni per quattro grandi pittori che hanno segnato un secolo importante della cultura fiamminga del Quattrocento. Sono i cosiddetti pittori primitivi, inventori di uno stile raffinatissimo che eccelle nei ritratti come nelle pale d'altare, dipinti con minuzia descrittiva e visione lenticolare: lo stile inconfondibile di Jan van Eyck, pittore di corte durante il ducato di Borgogna dotato della più alta qualità pittorica dell’epoca, il senso pieno dei volumi e l'emotività umana dei personaggi di van der Weyden, l’eleganza raffinata e malinconica di Hans Memling, le visioni oniriche e surreali di Hieronymus Bosch che preludono alla crisi religiosa del XVI secolo.
  • Raccontato da Carla Vaudo

    Una rete di abbazie e monasteri fiorisce in tutta Europa: sulle vette delle montagne, nelle vallate verdeggianti, sulle isole, nelle campagne, in prossimità delle città. Luoghi di spiritualità e di potere, garanti della forza inarrestabile della preghiera, centri di cultura e di elaborazione di nuove forme artistiche e architettoniche, a creare nel mondo un luogo a misura di Dio.

    A partire dal V secolo, da quando incomincia la lenta ma inesorabile chiusura del sipario sui fasti millenari dell’epopea di Roma, essi diventano piano piano imprescindibili punti di riferimento degli scenari in cui andranno giocandosi le nuove vicende religiose, culturali, politiche ed economiche del continente.

    L’Italia è la culla di un’esperienza cenobitica di suprema importanza per la storia d’Europa: quella iniziata da San Benedetto da Norcia (480-549), alla quale si affiancano la tradizione cosiddetta “celtica” – i cui campioni sono i monaci irlandesi Brendano e Colombano – e quella “eremitica” di origine orientale, diffusa specialmente nel Meridione.

    Nei monasteri e nelle abbazie si conserva e si tramanda la cultura greca e latina, pagana e cristiana, grazie all’attività esperita negli scriptoria, cioè i luoghi, spesso comunicanti con ricche biblioteche, nei quali schiere di pazienti monaci amanuensi armati di punteruoli, righelli, penne e inchiostro copiano su pergamene manoscritti antichi e fabbricano libri.

    I monasteri sono anche oasi di valorizzazione del lavoro manuale, come ha spiegato il grande medievista francese Jacques Le Goff. Si strutturano cioè come attivi centri di produzione agricola e artigianale, attorno ai quali si organizzano vere e proprie aziende costituite da contadini e operai.

    Carla Vaudo, in 6 incontri, dedica il suo nuovo racconto alla scoperta di questi meravigliosi e antichi luoghi di preghiera, lavoro, cultura e potere, dove il Cielo si piegava ad incontrare la Terra.

  • Raccontato da Carla Vaudo

    Tra XI e XII secolo i profondi cambiamenti economici, politici e culturali dell’Europa occidentale coincidono in un altrettanto straordinario periodo artistico: IL ROMANICO.

    Malgrado le profonde diversificazioni tra le varie regioni e tra le diverse arti l’arte romanica viene generalmente considerata come un insieme unitario, diffuso e in una vastissima pluralità di centri, con scambi e influssi reciproci. All’aspetto sacrale dell’arte del primo Medioevo, subentra un nuovo interesse per la narrazione, nelle miniature, negli affreschi, nelle vetrate istoriate, nei capitelli dei chiostri e delle chiese. La scolastica porta a un’elaborazione intensa gli schemi dell’allegoria, nell’illustrazione dei manoscritti, nel disegno delle vetrate, nel programma dei portali e delle facciate, in cicli di affreschi e di sculture, nel disegno delle vesti liturgiche. Il patrimonio formale dell’Alto Medioevo si arricchisce di nuovi apporti, attraverso l’arte islamica e i contatti con l’arte bizantina. Al culto delle reliquie subentra quello delle tombe dei santi, favorendo la creazione di monumenti e di capolavori dell’oreficeria; si stabilisce un nuovo rapporto individuale fra il devoto e l’immagine di culto, che ne determina lo sviluppo nella pittura su tavola, nella statuaria, nell’oreficeria … Importanti le innovazioni tecniche, dallo studio delle volte, fondamento dell’architettura romanica, allo smalto e alla filigrana, al vetro, al bronzo, riscoprendo procedimenti dell’antichità.

    La rinascita dei nuclei cittadini, l’importanza della cattedrale come fondamentale centro urbano, le grandi testimonianze di una nuova espressione artistica nella scultura, nella pittura, nell’arte suntuaria, sono raccontati da Carla Vaudo, archeologa medievista, in 5 video-conferenze.

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